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Tutte le disposizioni di legge vanno attentamente osservate, non solo perché questo aiuta a risparmiare energia, ma anche perché, quando si parla di gas, l’aspetto della sicurezza va tenuto nella massima considerazione e non può essere sottovalutato.
Infatti, i pericoli che vi sono connessi sono reali e le situazioni di rischio piuttosto frequenti: per esempio, nel caso di problemi di cattivo tiraggio, di perdite sottovalutate, oppure dell’installazione di uno scaldabagno in un ambiente mal ventilato, si corrono rischi che vanno dalle intossicazioni da monossido di carbonio a possibili esplosioni. Per ogni intervento o modifica che vengono effettuati sull’impianto del gas, l’installatore deve rilasciare la relativa dichiarazione di conformità, completa di copia del proprio certificato di abilitazione professionale. Il pagamento delle prestazioni va sempre condizionato alla consegna di tale documento.
Contatore
La posizione del contatore è decisa dall’azienda del gas, ma in alcuni casi l’utente può richiederne, a sue spese, lo spostamento. Essendo un potenziale punto di fughe è meglio posizionarlo all’esterno, ma non è obbligatorio. Del resto un rubinetto generale del gas in casa ha il vantaggio di consentire di chiuderlo tempestivamente in caso di necessità, inoltre, è più protetto da manomissioni che se collocato all’esterno. In ogni caso, l’armadietto in cui si trova il contatore deve avere dei fori per la ventilazione e non va utilizzato come ripostiglio. Il rubinetto posto sul contatore funziona anche da rubinetto generale del gas; se il contatore è all’esterno, in un punto non comodo da raggiungere, va previsto un secondo rubinetto all’ingresso della conduttura nell’abitazione.
Tubo del gas
Risulta essere il tubo che collega l’impianto a gas all’apparecchio di cottura. Se l’apparecchio è a incasso, non è possibile controllarne regolarmente l’integrità, perciò il tubo deve essere flessibile, in acciaio inox, oppure rigido, in rame, in particolare, deve avere queste caratteristiche per legge il tubo di tutte le cucine installate dopo il maggio del 1993.
Se, invece, la cucina è indipendente, il tubo può essere di gomma, ma non più lungo di un metro e mezzo; possibilmente deve riportare il marchio UNI-CIG 7140 IMQ e va assolutamente sostituito ogni 5 anni.
All’acquisto bisogna fare attenzione alla data di scadenza, che deve appunto prevedere almeno 5 anni di utilizzo, e che non sia già piegato. Il tubo in acciaio inox è più costoso di quello in gomma, ma dura anche molto di più. Ancora migliori sono i tubi flessibili inox ricoperti in gomma, contro eventuali corrosioni.
Scarico e aperture di ventilazione
Tutti i gas prodotti da una combustione vanno sempre evacuati all’esterno, dunque anche quelli della cucina: perciò la sola cappa catalitica senza scarico non è regolare, la cappa deve invece essere collegata all’esterno tramite uno scarico o un elettroventilatore posto nel muro.
Per quanto riguarda gli scarichi di scaldabagno e caldaia, il condotto che scarica i fumi all’esterno deve essere a una certa distanza dalla parete; i fumi non devono fuoriuscire in zone vicine a porte, finestre, aperture di ventilazione, la parte terminale degli apparecchi a tiraggio naturale deve condurre i fumi verso l’alto, perciò sono da escludere i terminali a T con tratto finale orizzontale. Prima di collegare gli apparecchi a gas a uno scarico, bisogna verificare se si tratta di un camino singolo o di una canna fumaria collettiva, infatti, non si possono collegare apparecchi con scarichi forzati a canne collettive, a meno che questa soluzione non sia stata scelta dall’intero condominio.
Alcuni errori gravi da evitare, purtroppo non ancora usciti dalla consuetudine, sono
-Collegare alla stessa canna fumaria gli scarichi degli apparecchi di cottura e dello scaldabagno o della caldaia
-Collegare alla stessa canna fumaria gli scarichi degli apparecchi a gas e di impianti che utilizzano altri combustibili, per esempio, i caminetti a legna
-Scaricare nella canna fumaria collettiva i fumi di cucine con tiraggio forzato oppure i fumi di scaldabagno o caldaie.
Ovunque ci sia un apparecchio non stagno, l’apertura di ventilazione svolge due funzioni, cioè il ricambio d’aria consente alla fiamma di bruciare meglio e, in caso di fuga di gas, previene la saturazione dell’ambiente. Tale apertura può anche essere situata in un ambiente adiacente, che non sia però isolato da porte chiuse, purché non si tratti né di una camera da letto né di un locale a rischio d’incendio, e non vi si trovino camini o elettroventilatori.
Se non ci sono altre possibilità, l’apertura di ventilazione può essere creata sui vetri di un infisso oppure nel cassonetto, quando l’altro lato di quest’ultimo comunica con l’esterno.
Perdite di gas
Se si avverte odore di gas bisogna chiamare il fornitore, ventilando il più possibile il locale nel frattempo. Se si desidera individuare la perdita, nei punti dove l’odore è più intenso, bisogna bagnare con acqua saponata tutte le giunzioni e i raccordi nelle tubazioni, in corrispondenza dell’eventuale perdita si formeranno delle bollicine.
Per controllare se c’è riflusso di fumi, si può prendere uno specchietto, raffreddarlo e portarlo vicino alle aperture da cui l’apparecchio preleva l’aria, se si appanna, vuol dire che i fumi rientrano nell’ambiente.
Fortunatamente tutti i nuovi apparecchi sono dotati di dispositivo Ttb, antiriflusso o termostato fumi, che blocca l’afflusso di gas allo scaldabagno in caso di riflusso all’interno del locale.